lunedì 31 maggio 2010

Senza (ulteriore) Risposta

LETTERA APERTA ALL'UFFICIO REGOLAMENTI FIDAL PIEMONTE

Innanzi tutto ringrazio per la solerte risposta.

Mi aspetto che chi è preposto a questo compito come sua attività principale , suppongo remunerata, lo faccia quantomeno con dovizia di argomenti.

So tra l’altro benissimo che chi fa attività “politiche” o di “rappresentanza” si trovi spesso esposto a giudizi da “capro espiatorio”, soprattutto su questioni delicate come questa. Anche il più capace e caparbio Benjamin Malaussène era ben remunerato per questo!

Io non ho scopi di lucro, nè devo giustificare il mio verbale accanimento sulla questione con la ragione del mestiere. Quindi, e ve ne do atto, parto avvantaggiato.

Corro (quando i miei turni in fabbrica ed i miei ripetuti infortuni me lo permettono) per passione, ed è proprio da questa che traggo lo spirito combattivo ed indignato sulla diatriba in atto.

A volte ignorante dei regolamenti, ma ben consapevole dei naturali principi di libertà che la costituzione in primis ci consente, forse, di avere in questo Paese.

C’è un punto sostanziale sul quale continuo a “fare il sordo” e a non (voler?) capire, a dispetto degli articoli citati o le ragioni addotte . Quindi ribadisco:“ Una Federazione sportiva, può benissimo scegliere di non riconoscere un certo tipo di gare e di non garantirne una copertura assicurativa, ma non dovrebbe MAI, sentirsi autorizzata a proibire ad un proprio tesserato di potervi partecipare!”

Va da se che chi come me è affiliato Fidal (e non solo…) è in regola con le norme mediche del caso, e che gli atleti ed i presidenti di società, siano ben consci delle implicazioni medico giuridiche che questo implica.

Va altrettanto da se che chi corre una gara senza “Marchio Fidal” non possa in alcun modo rivalersi sulla Federazione o su qualsiasi altro ente se non quello organizzatore, nell’eventualità che questo non offra tutte le assicurazioni del caso .

E’ impressione comune che la Fidal (Piemonte nella fattispecie), sia spinta in questo accanimento con “atti dovuti” da ragioni economiche. Le gare uisp sono state negli ultimi anni sempre più frequentate dai podisti piemontesi, arrecando indubbiamente danno alla federazione.

Dal canto mio non posso che ribadire che quello che mi spinge a sceglier una gara piuttosto che un’altra non è “il marchio” che vi leggo esposto. Le mie scelte sono date dall’amenità dei percorsi, dallo spirito che le guida e dalla garanzia che tutto si svolga secondo le normali regole di sana competizione sportiva; accertandomi semplicemente che l’ente organizzatore sia in regola con la copertura assicurativa. Se ciò non fosse comunque corro a mio personale rischio e pericolo.

Con queste “beghe” di natura puramente “politico/economiche” state facendo morire, non solo le gare (impedendo tramite i presidenti di società di parteciparvi), ma la passione sportiva! Che dovrebbe essere innata anche in chi stipula regolamenti e convenzioni, senza porre in essa ragioni di natura economica.

Saluti

Guido Chiara (de-ferito)

8 commenti:

Enrico ha detto...

Dove posso firmare?

Enrico ha detto...

Enrico Franconi, tessera AG034892

stoppre ha detto...

guido basta, siamo in torto marcio...

... E io corro! ha detto...

@stoppre Questione di punti di vista, io resto dell'idea che la mia libertà personale venga limitata da un regolamento che trovo fatto in malafede e dettato da puri interessi economici. E se il questo é il prezzo da pagare per poter correre "libero" sono prontissimo a revocare la mia tessera!

franchino ha detto...

Preciso. Hai messo nero su bianco quello che penso ache io. L'hai inoltrata alla presidenza regionale e al nazionale?

Anonimo ha detto...

fantastico guido!!!...come sempre...marco giorda

... E io corro! ha detto...

@frank no,solo al sig.Tratardi che non mi ha risposto, neanche per voce di Scuderi. Ma so da alcune mail di richieste di chiarimento alla Fidal nazionale , che la linea da tenere da parte della Federazione, è comune....
@ Marco , Enrico , grazie ai più , può sembrare una sciocchezza questa storia ma io proprio , non riesco a digerirla

... E io corro! ha detto...

Ecco la risposta del sig. Scuderi alla missiva qui pubblicata


Gentile Guido Chiara,
penso di aver già dato abbastanza indicazioni sulla INEQUIVOCABILE competenza esclusiva della FIDAL sulle manifestazioni agonistiche, per cui non torno sull'argomento, mi soffermo invece sulla NON conoscenza assoluta della Federazione e dei suoi regolamenti.

Basta consultare lo Statuto FIDAL per sapere che ogni quadriennio olimpico vengono convocate le assemblee delle Società che eleggono il Presidente nazionale e i Presidenti dei 19 Comitati Regionali + Bolzano e Trento.

I candidati a presidente presentano un programma e i delegati delle società votano, chi ottiene il maggior numero di voti viene eletto.

Successivamente viene eletto il Consiglio (nazionale, regionale, provinciale ), i candidati sono TUTTI tesserati, dirigenti di società, atleti, tecnici.

Chi viene eletto ha il compito di supportare il presidente nella realizzazione del programma approvato dalla Assemblea nelle 4 riunioni annuali, minimo, che devono essere convocate.

Chi ha tempo, voglia e disponibilità accetta anche di svolgere qualche compito specifico come ad esempio approvare le manifestazioni, ma per STATUTO NON può essere remunerato.

Noi siamo dei VOLONTARI senza alcun fine se non quello di assicurare la migliore gestione del Comitato di cui facciamo parte.

L'unica remunerazione che ho è quella di "dipendente INPS", non è una gran pensione, ma chi si contenta gode; sono tutte le domeniche sui campi di gara (fino a tre anni fa gareggiavo, poi l'età ha avuto il sopravvento) e mi pago la benzina scrivendo per un paio di giornali sportivi essendo diventato giornalista sportivo dopo essere andato in pensione, tutto qui.

Nel 2012 decadrò dalla carica e a 71 anni non penso proprio di ripresentarmi.

Spero di aver chiarito anche la mia posizione personale e quindi di non avere altro da dirle.

Sebastiano Scuderi

Ufficio Regolamenti Fidal Piemonte

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Per inciso La missiva era cmq indirizzata al Sig Tratardi che mi risultava essere(probabilmente a torto) stipendiato Fidal. Ma questo non è il nodo della questione.

Il punto è: ma cambiare un regolamento insensato ed iniquo, sarebbe troppo semplice?