Rimarranno indelebili nella memoria, questi due fantastici giorni.
Me la sono goduta proprio tutta.
Un ford Transit carico di entusiasmo, noleggiato per l’occasione, aspettava me e la mia personal supporter Eleonora, a Leinì.
Daniela, Ivano, Angelo, Fabrizio,Silvio e Carlo, gli altri nostri compagni di avventura. Un viaggio animato dalla lettura di testi classici del periodo post avanguardista, così interessante che Fabrizio ha voluto condividerne l’esperienza con la popolazione indigena locale.
Si giunge (dopo essere stati segnalati a tutte le pattuglie della polizia francese) a Nizza giusto in tempo per il ritiro del pettorale. Ci sono ancora da consegnare le tessere ed
i certificati medici per cui la fila si preannuncia eterna. Alla fine ci viene dato il pettorale con su stampato non solo il numero, ma anche il rispettivo nominativo, il chip ed u no zainetto quale premio di partecipazione.
L’albergo, dignitoso ed economico si trova a 4 km dal centro, nei pressi della casa dei genitori di Daniela, che ospitali ,ci accolgono con una quintalata di pasta,
e frutta da intingere in un irresistibile cioccolato fondente!
La notte è movimentata, fortuna che io ed Eleonora abbiamo una doppia tutta per noi, in quanto rumori indicibili (!) giungono dalle stanze adiacenti , dove sono stipati i colleghi d’avventura.Le ore trascorrono pressoché insonni, mi sveglio più volte in preda ad un' ansia, mista alla solita preoccupazione di non portare a termine la gara.
Il “risveglio” è confusissimo, impiego più del dovuto a fare mente locale su come sistemare le valige in modo di avere un cambio pronto all’arrivo. Mi sento un bambino delle elementari in gita scolastica…Dopo la colazione, la mamma di Daniela ed Ele, ci accompagnano in centro e la giornata comincia a sorridermi.
Un bel sole ci attende e….. un delirio di visi tirati e sorridenti, colori, suoni, voci, accenti diversi…e sopra di noi il rumore d’elica di un elicottero per le riprese video.Il nostro tentativo di infilarci tutti nella stessa gabbia (perché ovviamente avevamo dichiarato tempi diversi), riesce solo a metà. Io e Carlo veniamo brutalmente ricacciati in quella successiva.Poco prima dello start, vedo infilarsi proprio davanti a me Luigina DeFinis dell’A.T.P Torino, che mi confiderà poi nel finale di avere avuto il pettorale da un amico che ha rinunciato all’ultimo, in quanto lei non era riuscita ad iscriversi in tempo utile (diecimila iscritti il tetto massimo) per cui comunque non apparirà in classifica.Gli italiani presenti alla gara devono essere comunque proprio tanti: ne vedo arrivare da Cuneo, Albenga, Milano…
Repentina, arriva la partenza!Impiego quasi due minuti ad arrivare alla linea dove risuonano senza intermittenza migliaia di chip. Lì parte la mia gara: metto in moto le gambe, il Garmin ed i secondi cominciano a scorrere…Ma non saranno così importanti: guarderò il cronometro pochissime volte fino all’arrivo. Gli occhi rimarranno estasiati dalla cornice alla gara.Si corre quasi sempre lungo il mare, tra ali di folla vociante. Un tifo entusiasta che non ci abbandonerà mai fino alla fine e che continuerà a spronarci coi “courage!” e con gli “alè alè” fino all’ultimo metro!Non credo di aver mai corso così rilassato, chiacchiero con Carlo, tengo un' andatura facile ma pressoché costante, la sensazione è ottima, del resto rimango timoroso: in vita mia non ho mai oltrepassato i 34 km e non so proprio cosa possa accadere dopo. Il venticinquesimo km segna l’inizio di qualche saliscendi che comincia ad infierire sulle gambe, accorcio il passo in salita e mi distendo seppur poco (il dolore alla coscia ancora si sente) in discesa.Dopo il trentesimo, comincio ad appesantirmi, ma lo spettacolo rimane incredibile e mi sprona a continuare con lo stesso ritmo. Intanto piano piano che si avanza, comincio ad intravedere alcuni corridori fermarsi lungo il cammino,c’è chi s ‘appoggia al muro a fare stretching, chi abbassa le braccia e comincia a camminare.Passato il 35° fatico a rispondere con la dovuta energia al tifo, ma scorgo ancora i volti della gente ne sento le voci che s’amplificano; così, le gambe, seppur pesanti, non vogliono saperne di fermarsi.Perdo un sacco di tempo ai rifornimenti, un po’ per la stanchezza, ma anche perché non sono gestiti alla perfezione: acqua , pochissimi sali, e coca cola(!??) come liquidi.Una leggera crisi arriva al 39° km, ma è più muscolare che altro…(non ho molti km nelle gambe), tengo duro, so che manca poco, (“ormai ce l’ho fatta” continuo a pensare!!)L’ultimo km non si dimentica :la folla è impressionante e scandisce con le mani il tuo incedere, la vista è un po’ annebbiata ma ritrovo tutte le energie che credevo perse…accellero.
Vedo il traguardo,il tappeto rosso, le gambe si allungano ancora, sento Ele che mi incita..alzo le braccia in segno di giubilo.E’ fatta!!!Non è un gran tempo: leggo 3 ore e 34 sul tabellone (il mio Garmin segnerà 3h 33.27 di real time) ma la felicità e così tanta che niente mi evita di esultare come un Gebre che abbatte il proprio record.Del resto è pur sempre un personale!M’infilano una pesantissima medaglia, mi tolgono il chip e mi regalano una maglietta con su scritto “finisher” di un discutibile colore maron.
Con molta fatica ci ritroviamo tutti, e ci scambiamo sensazioni e tempi. Il più bravo è stato Fabrizio che ha chiuso in 3h11 (vado a memoria),poi Daniela in 3h16; Ivano 3h 21, Angelo 3h26, Carlo in 3h 42 ed infine dolorante arriva Silvio che chiude (trascinandosi) in 3h50 dopo essersi dovuto fermare per via dei suoi tendini devastati da una vita di corsa (era transitato alla mezza in 1h e 17!) I sorrisi non si contano, decidiamo per un bagno, alcuni sfidano
l'acqua novembrina fino in fondo..io mi limito a ritemprare i piedi. C’è ancora il tempo per una doccia ed una cena sulla costa ligure a base di pesce!
L’entusiasmo non si placherà fino all’approdo nelle nostre case.
Sono felice.